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sabato 30 marzo 2013

Pesach: perché questa notte è diversa da tutte le altre notti?


Mentre le famiglie ebree di tutto il mondo celebrano la Pasqua Ebraica, o Pesach, Rabbi Paul Freedman della Sinagoga Riformata Radlett & Bushey di  Hertfordshire spega il significato di una delle principali festività ebraiche.


È un paragone insolito da fare, ma in qualche modo, la festa ebraica di Pesach è un po' come il Natale.1

Naturalmente arriva in un periodo dell'anno completamente diverso e celebra una storia del tutto differente, ma è un momento in cui molte famiglie ebree si riuscono e festeggiano con uno speciale pasto festivo.
Per essere precisi, Pesach dura una settimana intera e commemora la storia biblica dell'Esodo, la fuga degli Israeliti dalla schiavitù dell'Egitto. Comincia però con una speciale cena commemorativa nella prima notte, chiamata il seder, che (forse un po' come il Boxing Day) alcune famiglie ripetono il giorno seguente.
Secondo la storia del libro dell'Esodo, gli Israeliti dovevano partire talmente in fretta (dopo le dieci piaghe) che non c'era tempo per far lievitare la pasta e dovettero mangiare pane non lievitato, in ebraico matzah. Immaginate dei cracker secchi, ma più sottili, più asciutti e più friabili!


Le famiglie ebree non solo mangiano ancora matzah durante la settimana di Peasch ma evitano anche qualsiasi cibo che contenga una delle cinque specie di grano che si possono usare per fare il pane, così come il lievito e gli agenti lievitanti che li fanno lievitare.

Si usa anche mettere via tutte le stoviglie e gli utensili che si usano di solito e usare dei set che sono riservati esclusivamente per Pesach ogni anno. Mi ricordo l'eccitazione, da bambino, nel preparare per Pesach e riscoprire la mia tazza di Mr Men che abitava in soffitta per 51 settimane dell'anno (la mia era  Mr Happy, quella di mio fratello Mr Bump).

Cucina creativa



Evitare grano, orzo, avena e simili per una settimana non sembra particolarmente difficile o entusiasmante, ma in realtà ne risultano ogni sorta di speciali prelibatezze di Pesach che, insieme ai sandwich di matzah, fanno il “gusto” di Pesach. Le preferite della nostra famiglia sono palline alla cannella, amaretti alla mandorla, piramidi al cocco e – giusto per dare un po' di sapore – matzah brei, che è matzah schiacciata, imbevuta nell'uovo e poi fritta.



Il seder che apre la festività è molto più di una semplice cena di Pesach: è un dramma rituale, con preghiere, canzoni e speciali oggetti di scena e messaggi (molti dei quali commestibili) per incoraggiare le domande e la discussione. Il “copione” è uno speciale libro di preghiere, chiamato la Haggadah e ne esistono molte versioni, anche se tutte seguono la stessa struttura di base.2


Lo scopo del seder e il messaggio dell'Haggadah non è solo che che noi dovremmo raccontare la storia dell'Esodo ma piuttosto che ci sono sempre lezioni da imparare da questa. E ogni seder è diverso, non solo perché cambiano i partecipanti ma perché anche le  domande che porranno (inclusi, anzi specialmente, i bambini) saranno diverse.

All'inizio del procedimento, dichiariamo: “Questa (matzah) è il pane dell'afflizione; chiunque abbia fame venga e mangi! Che tutti coloro che quest'anno sono ancora schiavi, possano il prossimo anno essere realmente liberi!”3


Una lunga notte


Poi, il partecipante più giovane che può farlo, di solito un bimbo piccolo, canta quattro domande di apertura, note come Mah Nishtanah, chiedendo “perché questa notte è diversa da tutte le altre notti”, mettendo in luce in particolare alcuni dei rituali del seder che seguiranno. Prima di rispondere a queste e alle altre domande che sorgeranno, l'Haggadah racconta di quattro bambini, ognuno con un diversi e individuali atteggiamenti, domande e necessità di apprendimento. Ad ognuno si risponde in modo diverso.
È un promemoria centenario di pratiche di buona educazione o apprendimento infantile.4

Dopo aver contato le dieci piaghe con dieci gocce di vino, e aver assaggiato erbe amare (maror) che rappresentano l'amarezza della schiavitù, insieme a un impasto alle noci (charoset) che rappresenta il cemento nelle mura che gli schiavi dovevano costruire, alla fine si arriva al pasto. Non ci si affretta a cenare, anche se la cena è solo una parte in mezzo al seder.


Per i bambini è una notte in cui si fa tardi. Dopo il pasto, la Haggadah si rivolge di più al futuro, alle nostre speranze per un'era messianica nella quale saremo tutti liberi. Ci sono molte canzoni popolari che bisogna cantare prima della fine della serata. Anche se l'atmosfera si fa progressivamente più allegra, rimangono le lezioni su schiavitù e liberazione, sul nostro dovere di nutrire gli affamati e prenderci cura degli “stranieri”, inclusi i perseguitati, gli schiavi moderni, quelli sottoposti a lavori forzati, i rifugiati e coloro che cercano asilo ai nostri giorni.



La ricchezza del rituale, il raccontare una storia antica e la rilevanza delle lezioni per il presente, rendono Pesach una delle festività più popolari e durature del calendario ebraico. Oltre alle famiglie che si riuniscono per il loro seder, molte congregazioni fanno anche un grande seder comunitario per celebrare insieme la festa.




Rabbi Paul Freedman è il Rabbino Capo della Sinagoga Riformata  Radlett & Bushey e ha pubblicato di recente Haggadateinu (la nostra Haggadah), la prima Haggadah prodotta per il Movimento Britannico Riformato in più di un secolo e mezzo di esistenza del Giudaismo Britannico Riformato.

Seder in ebraico significa “ordine”. Durante il seder si usa un piatto speciale contenente dei cibi speciali, tra i quali:

  • maror and chazeret: erbe amare – di solito lattuga, che rappresenta la durezza della schivitù.
  • karpas: di solito gambi di sedano, da intingere in acqua salata. Rappresentano la primavera, e il cibo semplice mangiato dagli schiavi. 
  • z'roa: [zampetto] l'osso di un arto di un agnello, che rappresenta l'agnello sacrificato la notte prima dell'esodo. L'arto dell'agnello non si mangia.
  • beitzah: un uovo bollito, simbolo del lutto in memoria della distruzione del tempo di Gerusalemme.
  • charoset: un impasto dolce marroncino che ricorda la malta che gli schiavi ebrei usavano per costruire le città di Pit'om e Ramses. Di solito si fa con mele, datteri, mandorle, noci e, spesso, vino rosso. 

I cibi possono variare da una tradizione ebraica all'altra.



AutoreRabbi Paul Freedman 

Apparso su: BBC News
Tradotto da: Inglese

Note:


1 It's an unusual comparison to draw, but in an odd way, the Jewish festival of Pesach is a tiny bit like Christmas. 
2 The seder that begins the festival is far more than just Pesach dinner: it is a ritual drama, with prayers, songs and special props and prompts (many of them edible) to encourage questions and discussion. The 'script' is a special prayer book, called a Haggadah and there are many versions available, although they all follow the same basic framework.
3 Early on in the proceedings, we declare: "This (matzah) is the bread of affliction; let all who are hungry come and eat! All those who this year are still slaves, next year may they be truly free!".

4 ...Before we answer these, and the other questions that will arise, the Haggadah tells of four children, all with different, individual attitudes, questions and learning needs. Each is answered in a different way. It is a centuries-old reminder of good educational practice, or pupil-centred learning.


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