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Questo blog nasce dalla mia passione per la traduzione: troverete traduzioni di brani letterari o musicali e articoli apparsi su varie testate straniere che trattano di scienza, cultura, tradizioni e curiosità. Mi piacerebbe avere un feedback sulle traduzioni da parte di chi si dedica allo studio delle lingue! Alle fine di ogni post trovate l'URL dell'articolo originale.
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sabato 13 dicembre 2014

Convivere con gli oggetti

Un centinaio di sacchetti di plastica appesi al muro, riempiti di gommapiuma e cuciti tra loro a formare una trapunta. Si riconoscono a stento in questa variopinta distesa di marche, disegni e logotipi di supermercati, di self-service e perfino di negozi che non esistono ormai più, ma le cui icone sono state collezionate nel tempo. Ciò nonostante, è possibile distinguere qualcosa perché ciascuno ostenta il proprio nome, come suggerisce il titolo dell’istallazione, Nombres (1989).
Nombres (1989)
Accanto, su un’altra parete, quelli che in apparenza sembrano degli avanzi di cartone sbrindellato sono, in realtà, un centinaio di fogli metallizzati. L’opera Pulmón (1987), formata da pacchetti vuoti di sigarette fumate dall'artista nel corso di tre anni, dà origine al ritratto di un vizio che viene celebrato nell'arte

Pulmón (1987)
Quando degli elementi consueti, dei futili oggetti spesso ignorati e scartati nella vita quotidiana, acquisiscono un’identità scultorea nuova, compaiono delle profonde rivelazioni dinanzi allo spettatore .
E’ questo il tratto distintivo della brasiliana Jac Leirner (San Paolo, 1961), considerata una delle artiste latinoamericane  più importanti, che riscatta degli oggetti dimenticati per collocarli tra la bellezza e la fragilità.

Un’ampia visione retrospettiva è ciò che caratterizza la sua mostra, “Funciones de una Variable” al Museo Tamayo Arte Contemporáneo.
Posti per terra o su una parete, quasi reliquiari di una vita ordinaria e poco spettacolare, questi inutili oggetti alimentano il lavoro di Leirner, che appartiene ad una generazione determinante per l’affermazione degli artisti latinoamericani nelle esposizioni internazionali degli anni ’90, come dOCUMENTA e la Biennale di Venezia.
“Ciò che mi interessa è il superfluo, ciò a cui nessuno presta attenzione. E per qualche motivo questi oggetti si presentano a me con molta forza, mi scelgono. Ho provato parecchi materiali prima di sentirmi davvero a mio agio. Possiedono qualità formali - dimensione, colore, peso, forma – e ciò che io cerco di fare è accentuarne i tratti essenziali”, spiega l’artista brasiliana che si definisce una protettrice di questi oggetti privi di valore che oscillano tra l’utilità e il vezzo. Cavi elettrici, nastro adesivo, portachiavi, attrezzi, righelli e perfino sacchetti di plastica: servendosi proprio degli oggetti più comuni, le sue opere - seppur molto personali - si fanno portavoce del modo in cui vengono usati. Uno dei temi di questa esposizione, curata da Julieta González e composta da scultura, istallazione e opera grafica, è proprio l’adesione alla sua teoria, che si fonda su articoli i cui temi sono la cultura consumistica o l’economia. Sebbene gli oggetti di Leirner formino parte di questa sfera, l’artista non pretende abbracciarli tutti. 

A proposito di queste tematiche e delle cose di uso quotidiano con le quali lavora l'artista afferma: “devo ammettere che la mia unica preoccupazione è l’arte. Non posso escludere questi temi dal mio lavoro perché sono importanti e meritano molta considerazione. Se potessi studiare e pensare questi grandi temi nel mio lavoro lo farei, ma sfortunatamente non ne ho il tempo. Credo che ai giorni nostri sia normale che la gente metta a confronto l’arte con altri argomenti: arte e genere, arte e politica, arte e tecnologia. Ma credo che tutte queste parole riducano le potenzialità dell’arte perché sono molto forti. Io preferisco presentare l’arte e non rappresentare l’economia.”
Jaqueline Leirner (São Paolo, 1961)
Questa umiltà per la sua attività è ammirevole se si considera che Leirner proviene da una famiglia di collezionisti che l’ha iniziata all'arte fin da piccola. Questo suo interesse ha preso forma anche grazie a un’esperienza ormai trascorsa: la prima estasi artistica ascoltando il Bolero di Maurice Ravel all'età di sette anni. Da allora, la ripetizione continua dello stesso tema, questo schema che regola la produzione e la convivenza con le cose, si sono riflettuti nel suo processo creativo. “Questo è ciò che ho fatto fino ad oggi: ripetere la stessa cosa ancora e ancora. E sebbene le opere siano diverse le une dalle altre sono una sola entità” dice Leirner. La relazione tra il modo in cui si serve degli oggetti nelle sue creazioni e nella sua vita quotidiana dà luogo a opere che si rivelano con discrezione e occupano uno spazio intimo che non esplode ma che si spiega dopo esser stato sempre lì.

Nella natura di questi lavori, nel loro passo silenzioso verso lo spettatore poco abituato a riconoscere queste rivelazioni quotidiane, Leirner continua una lunga traiettoria artistica che connette lo status dei suoi oggetti con altri momenti e forme dell’arte, quali il dadaismo, la pop art, il minimalismo, l’arte povera e quella concettuale, che sono state fondamentali per la sua formazione.
“Sono totalmente in accordo con l’idea che l’opera abbia origine da altre opere e che l’arte provenga da altra arte”.


Traduzione:  Marcella Bucaria
Autore: Roberto García Hernández
Lingua: Spagnolo
Fonte: Gatopardo
Testo:http://www.gatopardo.com/EstilosHomeGP.php?Id=837

venerdì 5 dicembre 2014

Debutta in Tv il reality in cui i concorrenti sono nudi

Spagna. Un vero e proprio programma fatto di appuntamenti in cui i concorrenti, nudi come Dio li ha fatti, devono "trovare l'amore" su un'isola deserta.


Un nuovo programma, oltre ogni limite, arriva questa settimana sulla Tv spagnola. Il canale cuatro.com presenterà questo martedì “Adamo ed Eva”, un reality in cui i partecipanti vanno nudi alla ricerca dell’amore. Lo spot, reso noto questa settimana, mostra i massaggi sensuali che i concorrenti si regalano l’un l’altro, le passeggiate a cavallo, alcune liti e perfino i primi baci. Una pubblicità che non lascia indifferenti. Le regole per partecipare sono semplici: i concorrenti devono cercare l’amore e per farlo devono andare in giro nudi. Si conosceranno in un piccolo paradiso simile a un’isola, ripercorrendo i passaggi al contrario: prima si conosceranno nudi, poi, dopo i loro appuntamenti si vestiranno.

Il video promozionale di “Adamo ed Eva” offre immagini che richiamano l’attenzione dello spettatore: i primi appuntamenti rivelano dei concorrenti intimiditi che cercano di coprirsi il corpo con le mani o con i cuscini; vengono proposte anche scene di convivenza, alcuni momenti romantici con tanto di bacio e, com’è prevedibile, qualche lite, tipica di ogni reality.
Ai casting del programma, che è la versione spagnola dello show “Adam looking for Eve” (Adamo in cerca di Eva), si sono presentate quasi mille persone, tra le quali ne sono state scelte solo 35.
La presentatrice Mónica Martínez sostiene si tratti di “un programma molto divertente e molto interessante. La società spagnola è pronta per ciò che sta per vedere.” Assicura che la censura delle immagini non priverà il programma di autenticità e che proprio la condizione di nudità, che è ciò che chiama l’attenzione, sia solo qualcosa di marginale. “La regia ha fatto un lavoro magnifico riuscendo a cogliere dei piani naturali ed eleganti nei quali non si mostra ciò che si vede ma ciò che succede. Non credo che delle persone nude possano provocare uno scandalo.”
Questo, in effetti, non è il primo reality nel quale i concorrenti si mostrano così come natura li ha fatti. Nel 2013, Discovery Channel ha presentato “Salvate l’uomo nudo”, in cui un uomo e una donna tra loro estranei dovevano provare a sopravvivere per 21 giorni in un luogo disabitato, senza acqua, cibo e, ovviamente, senza vestiti. Nello stesso anno in Danimarca, la Tv pubblica ha promosso una reality che ha causato uno scandalo: una gara in cui due uomini valutavano il corpo di due donne nude in piedi e zitte di fronte a loro. Fino ad oggi è considerato il programma più sessista della storia.

Traduzione: Marcella Bucaria
Fonte: Clarín.com
Lingua: Spagnolo
Testo Oringinale: http://www.clarin.com/sociedad/Estrenan-reality-desnudos_0_1233476849.html

mercoledì 10 settembre 2014

Il frutto più brillante in natura

La bacca della “Pollia condensata” studiata dai ricercatori dell’Università di Cambridge.

Secondo uno studio condotto dall'Università di Cambridge, il frutto della pianta africana Pollia Condensata possiede il colore più intenso e brillante al mondo. Come si legge sul PNAS, il suo colore blu metallico non è dovuto a qualche pigmento bensì a specifiche lunghezze d’onda della luce.
La maggior parte dei colori che ci circondano sono composti da pigmenti, eppure, in natura esistono alcuni esempi di “colore strutturale”, un effetto ottico per mezzo del quale il colore si manifesta nel riflesso della luce. Gli studiosi hanno scoperto che la cellulosa di questi chicchi forma una struttura asimmetrica in grado di interagire con la luce e adattare il riflesso ad un colore specifico. Da ciò deriva il blu che prevalentemente viene riflesso dal chicco. E' stato scoperto, inoltre, che ogni cellula, singolarmente, genera un colore indipendente producendo un effetto di puntinismo (come nei dipinti di Seurat). Sebbene questo frutto non possegga alcun valore nutritivo, gli uccelli ne sono attratti per via del suo colore brillante e lo impiegano nella decorazione dei loro nidi per attirare i potenziali amanti.


Grazie a queste sue peculiarità il colore non svanisce. A tal proposito, gli esemplari  di questo frutto, presenti nelle collezioni risalenti al XIX sec. mantengono intatto il loro colore proprio come i frutti al giorno d’oggi.
Silvia Vignolini, studiosa del dipartimento di Fisica all'Università di Cambridge e autrice di grande rilievo dell’articolo, ritiene che la natura, partendo dalla cellulosa, possa ispirare nella creazione di materie intelligenti e multifunzionali. “Dalla cellulosa è possibile ricavare sostanze colorate per uso industriale, come elementi dal “colore strutturale” che sostituiscano i coloranti tossici in alimenti e cosmetici”.


Traduzione: Marcella Bucaria
Fonte: Ci
ência Hoje

Lingua: Portoghese
Testo originale: http://www.cienciahoje.pt/index.php?oid=55555&op=all

domenica 31 agosto 2014

Miguel Martino, lo scultore che dialoga con il legno

Il movimento incompiuto, l’asimmetria, il simbolismo e le curve capricciose presenti nelle opere di Miguel Martino rivelano una parte del consueto dialogo che si realizza tra lo scultore e il legno. “E’ permesso toccare” è la premessa dell'artista argentino per visitare la sua mostra al Centro Cultural de España, “Legna recuperata, assemblata e intagliata”.

A volte qualcuno lo informa di un albero caduto, altre è lui stesso ad andare alla ricerca di tronchi di legno. Durante questa ricerca Miguel Martino non permette che venga toccato nessun albero in vita: il suo dialogo si instaura soltanto con alberi la cui vita è stata interrotta, tronchi che hanno storie da condividere e che lui vuole omaggiare attraverso la scultura, l’assemblaggio e l’incisione.

“Recupero la legna da due attività: i panifici e le fabbriche di mattoni. Lì si brucia la legna migliore del paese, utilizzata come combustibile perché dura. E’ un tipo di legna che nessuno è interessato ad impiegare perché non permette di ricavare delle tavole rette, ha una forma molto bizzarra. Con il legno non è facile fare ciò che si vuole, è lui a dettare le regole; esiste un dialogo con la materia che è una relazione di amore e odio” dice lo scultore argentino residente a Suchitoto. 
Per il legno ha abbandonato la pittura e il disegno. Questa relazione scultore-legno che in un primo momento consisteva nell'intagliare un solo pezzo, successivamente ha portato l’artista a scoprire che questo materiale, oltre alla creazione di forme scultoree, permetteva di comporre strutture complesse. Da ciò il nome di "tecnica di legna assemblata e tagliata".
“Nello specifico, è un materiale che ha una struttura, una temperatura e diverse tecniche di levigazione; ha una sua fragranza. E’ una materia viva, che mai perisce, ma che si trasforma continuamente. Emergono le spaccature causate dai mutamenti climatici, cambiano i colori e la relazione uomo-scultura diventa un processo concreto. La si tocca come un oggetto qualsiasi e la relazione si fa spaziale”, sottolinea.



Nelle opere esposte al Centro Cultural de España spicca il movimento e la disarmonia: “Una volta che inizio l’assemblaggio non esiste un modo lineare per dare seguito al processo creativo, rispetto soltanto ciò che viene fuori. 
La prima fase consiste nel predisporre la struttura, che è il punto in cui si concentrano l’equilibrio, il volume e la massa, affinché non crolli l’opera. Gioco molto con questo squilibrio che dà la sensazione che tutto stia per cadere, ma non cade.”
Dopo aver predisposto la struttura Martino inizia la fase dell’intaglio. “Con le opere ci troviamo di fronte a due realtà, quella interna e quella esterna. Questa ambivalenza è una costante del mio lavoro perché si tratta di un principio di natura: la vita e la morte, la materia e lo spazio, il cielo e la terra, il materiale e l’etereo.”
Spiega che prima le sue opere erano più figurative, mentre adesso le sue composizioni si caratterizzano per il simbolismo e la sintesi, senza arrivare all'astrattismo. “Gioco con l’essenza della forma, i muscoli, le vene, i gangli, le estremità, le mani, le parti del viso o delle gambe; gioco con il significato primario delle forme all'origine di tutte le forme dell’universo, che prendono il via dal cerchio, dal quadrato e dal triangolo, dalla sfera, dalla piramide e dal cubo.” 
La natura e l’essere umano sono le due grandi tematiche che Martino affronta nel suo lavoro, che ha forme prevalentemente sferiche. Per lui la sfera rappresenta l’inizio, il punto focale, il nucleo. “Queste forme hanno a che vedere con il seme, con l’uovo, con la gravidanza, con la vita. E’ la curva, è il movimento femminile carezzevole ciò che emerge dalla natura.


Riconosce la sua opera come parte del Neoumanesimo, che individua la capacità di dar forma alle alterazioni psichiche attraverso le alterazioni fisiche. “Questa definizione ha molto a che vedere con i miei lavori: ciascuno di essi ha una sua espressività, ha una relazione con il divenire,  con ciò che ho vissuto. Per questo preferisco lavorare in modo catartico: non pianifico ciò che faccio perché rispetto il processo creativo che va nascendo.”


Traduzione:  Marcella Bucaria
Autore: Rosarlin Hernández
Lingua: Spagnolo
Fonte: El Faro
Testo: http://archivo.elfaro.net/secciones/el_agora/20070305/ElAgora2_20070305.asp

sabato 23 agosto 2014

Madeleine da Sogno!

Ricetta tratta da: La pâtisserie des rêves, di Philippe Conticini e Thierry Teyssier, Grund, 2012


Ingredienti
3 uova
140 g di zucchero
135 g di burro (più quello che servirà per foderare gli stampi)
50 ml di latte parzialmente scremato a temperatura ambiente
125 g di farina
1 cucchiaino di lievito in polvere
2 cucchiaini di miele
1 cucchiaino di sale
estratto di vaniglia
1 cucchiaio di olio di arachidi

Preparazione
Sciogliete il burro in un pentolino (se avete un termometro calcolate intorno ai 40ºC) e lasciatelo intiepidire. In una ciotola sbattete le uova con lo zucchero, il sale, il miele e alcune gocce di estratto di vaniglia, fino a quando l'impasto non assumerà un colore molto chiaro. Aggiungete l'olio di arachidi e successivamente la farina setacciata (alla quale avrete prima incorporato il lievito), infine il burro fuso.
Non appena avrete ottenuto un impasto omogeneo versate il latte. 

Coprite la ciotola con della pellicola alimentare e lasciate riposare il composto in frigorifero per almeno 4 ore.


Scaldate il forno a 160ºC insieme alla teglia sulla quale disporrete le formine per le madeleine. Ungete gli stampi con il burro e versatevi l'impasto con l'aiuto di un cucchiaio.Lasciate in forno per circa 20 minuti ed estraete le madeleine dagli stampi ancora tiepide.



Traduzione: Marcella Bucaria
Fonte: Cooking
Lingua: Portoghese
Testo originalehttp://cookingbooksblog.blogspot.it/2013/05/madalenas-de-sonho.html

mercoledì 13 agosto 2014

Arriva in Europa lo scontro per l'introduzione della taglia XXXS

  • La catena di negozi d'abbigliamento J. Crew ha messo in vendita la misura XXXS “su richiesta delle clienti asiatiche”.
  • In Italia corrisponderebbe alla taglia 32, ovvero per donne con una vita di 58 cm.
  • Per i critici si tratta di una taglia estremamente piccola: “Viviamo in un paese che promuove l’anoressia” segnala una cliente.

La questione delle taglie dei capi femminili è tornata al centro delle polemiche in seguito alla decisione della popolare catena J. Crew di immettere sul mercato la XXXS.

A difesa di un’estrema magrezza? In risposta alle necessità di alcune clienti? Oppure un modo per far credere alle donne di indossare una taglia più piccola di quella reale? Le opinioni sono svariate.
Secondo J. Crew la nuova taglia risponde solo alla domanda delle sue clienti asiatiche che hanno bisogno di capi più piccoli di quelli distribuiti dalla casa produttrice. In effetti, il brand ha previsto di vendere la nuova taglia solo nei web-shop e in Asia. 
Inoltre, tiene a ricordare che la sua linea comprende anche taglie grandi e per persone alte.
La XXXS è pensata per donne con una vita di 23 pollici (58,4 cm), 11 pollici al di sotto della media statunitense (86,3 cm) secondo quanto riportato dal Daily News. Stando allo schema equivalente proposto da J. Crew sul suo sito, in Italia corrisponderebbe a una taglia 32. Per gli oppositori si tratta di una misura estremamente piccola, propria di una bambina.
“Viviamo in un paese che promuove l’anoressia e la vergogna per il corpo delle donne”, sottolineava questa settimana al Daily News una cliente della catena .


Tuttavia, per certi aspetti, la decisione permetterà alle donne più minute di comprare abiti disegnati su misura per loro, evitando l’acquisto nel reparto bambino.

LA TAGLIA DI VICTORIA BECKHAM E KEIRA KNIGHTLEY
Secondo il Daily News, la XXXS è la taglia adatta a celebrities note per la loro magrezza, come la cantante Victoria Beckham o l’attrice Keira Knightley. Ciò nonostante, più aspre critiche vengono rivolte al cosiddetto “vanity sizing” duramente attaccato dalle più popolari pagine web di moda come Racked e Capitol Hill Style.
Secondo le riviste del settore, sempre più brands di abbigliamento cercherebbero di attrarre le clienti europee aumentando le misure delle taglie e rendendo, quindi, necessario l’uso di una taglia a priori più piccola rispetto a quella che normalmente si indosserebbe.

“Il ‘vanity sizing’ di J. Crew ha raggiunto un nuovo grado di pazzia”, ha commentato Racked a proposito della nuova XXXS. Secondo i responsabili del settore, negli ultimi anni le imprese hanno smesso di usare gli standard più comuni fino ad oggi, aumentando progressivamente la misura delle taglie. Jim Lovejoy, direttore dell’inchiesta SizeUSA, spiega a Newsweek che: “le taglie sono cresciute di centimetro in centimetro affinché le donne possano usare taglie inferiori e sentirsi bene”.


Traduzione: Marcella Bucaria
Fonte: 20minutos.es
Lingua: Spagnolo
Testo originale: http://www.20minutos.es/noticia/2192356/0/venta-ropa/talla-xxxs/eeuu/

lunedì 4 agosto 2014

Esercizio fisico: cosa mangiare

Gli alimenti che si assumono prima, durante e dopo aver svolto un esercizio fisico sono fondamentali sia per i risultati che si vogliono ottenere sia per i benefici che si possono ricavare dal post-esercizio. Per trarre il maggior beneficio possibile dall'allenamento è preferibile mangiare cibi che forniscano abbastanza energia per sostenere l’intensità e  le esigenze dell’allenamento stesso.


Si sa che chi preferisce allenarsi al mattino di buon'ora non sempre si concede una colazione abbondante. Analogamente, chi dispone della pausa pranzo per fare un po’ di esercizio fisico nel poco tempo che gli resta non mangia in maniera appropriata. Sebbene nutrirsi adeguatamente sembri un compito difficile sarebbe indispensabile mangiare in modo corretto per raggiungere gli obiettivi dell’allenamento.

Per questo motivo, è bene seguire alcune indicazioni su cosa mangiare prima di iniziare l’attività fisica.


Quando mangiare
Svolgere attività fisica a stomaco pieno non è una scelta saggia perché il cibo che rimane nello stomaco durante l’allenamento può portare dolori, nausea e spasmi. Per assicurarsi l’energia sufficiente, ma ridurre la sensazione di malessere nello stomaco, è necessario che la digestione termini prima dell’inizio dell’allenamento.
Bisogna tenere presente, inoltre, che ciò che si ingerisce prima di un allenamento deve essere direttamente proporzionale ai propri obiettivi, alla propria fisionomia, nonché all'entità e all'intensità dell’allenamento stesso. Se si preferisce svolgere attività fisica al mattino presto è consigliabile optare per una colazione leggera e facile da digerire da fare più o meno un’ora prima dell’inizio dell’attività. E’ fondamentale che il corpo abbia il tempo di assorbire e digerire il cibo assunto e di trasformarlo, successivamente, in energia da bruciare durante l’allenamento. 

Cosa mangiare
Il glucosio è la principale fonte di energia nella maggior parte degli esercizi, pertanto uno spuntino pre-allenamento deve includere alimenti ricchi di carboidrati e allo stesso tempo facili da digerire. A seguire proponiamo una lista di alimenti permessi prima di iniziare l’attività fisica:
  • fiocchi di avena o semi di lino
  • pane integrale
  • barrette ai cereali
  • frutta assortita (le banane sono un’ottima scelta)
  • crostini
  • un succo di frutta o un bicchiere di latte

Se decidete di assumere una scarsa quantità di carboidrati prima dell’attività fisica allora sarà meglio compensare dopo l’allenamento. Alcuni studi compiuti da ricercatori suggeriscono che per bruciare i grassi è necessario mangiare solo dopo l’allenamento. Secondo questi studiosi, infatti, il corpo utilizzerà come “combustibile” per l’allenamento una maggiore quantità di grassi. Questo è un suggerimento da tenere a mente per coloro che amano esercitarsi al mattino presto, sebbene a nostro avviso sia meglio uno spuntino prima di iniziare.
Per coloro che, invece, amano allenarsi durante la pausa pranzo è sconsigliato “saltare” il pranzo essendo uno dei pasti principali della giornata.

Ricordate sempre che l’esercizio fisico e un’alimentazione sana sono due potenti alleati.

  


Traduzione: Marcella Bucaria
Fonte: Mulher Portuguesa
Lingua: Portoghese


venerdì 25 luglio 2014

La Festa dei Fiori di Medellìn: quando la città si riempie di fiori

Ad agosto, quando la città di Medellìn, conosciuta come la “città dell’eterna primavera”, fiorisce in tutto il suo splendore inizia la famosa Festa e i balconi, le terrazze, i giardini e le staccionate si riempiono di fiori.


La Festa dei Fiori dura all'incirca 10 giorni e si svolge ogni anno nelle prime settimane di agosto. Questo evento annuale offre ai visitatori più di 140 attrazioni culturali, tradizionali e moderne, come la Fiera Equina Nazionale, il Festival delle Orchestre, il Festival Nazionale della Poesia, la sfilata dei carri tipici e d’epoca, la passeggiata con i cani, le esibizioni musicali e culturali, il Festival della Memoria e della canzone popolare, il concorso delle Donne Portento, la sfilata delle chivas e, fra gli altri, il campionato nazionale della musica su quattro ruote.
Sfilata di Chivas
La Festa dei Fiori è uno degli eventi culturali colombiani più carichi di senso di affermazione identitaria ed è l’evento che raduna tutti gli abitanti di Antioquia e i migliaia di turisti che visitano la città di Medellìn, trasformata per l’occasione in uno spazio che vibra con i suoi fiori, l'allegria, la musica e il divertimento.


Origine della Festa dei Fiori
La prima festa dei fiori si svolse  il 1 maggio 1957 e durò 5 giorni. Il programma prevedeva dei capannoni adibiti al ballo situati in diverse zone della città affinché tutti gli abitanti potessero divertirsi.
Uno degli illustri cittadini di Antioquia, Don Arturo Uribe, in cerca di qualche novità, propose la sfilata dei “silleteros” per coinvolgere i villaggi limitrofi nella festa
Sfilata delle silletas
In tale occasione  invitò i portantini del governo di Santa Elena che tradizionalmente si dedicavano alla produzione dei fiori di generazione in generazione. L’invito fu accettato da 40 di loro e la sfilata affascinò gli spettatori, ammaliati dalla bellezza dei fiori e dalla vivacità dello spettacolo.


Silleteros: una tradizione da non dimenticare
L’evento più rappresentativo della festa è, senza dubbio, la sfilata dei silleteros (contadini che producono bellissime composizioni floreali portate a spalla) riconosciuta come patrimonio culturale della Colombia.

Le silletas, costruite in legno, con uno schienale e due impugnature che permettono di portarle sulla schiena, erano già usate in epoca coloniale per il trasporto delle persone sulle montagne di Antioquia. La figura più emblematica di questa tradizione è la leggendaria Maria “la lunga”, silletera e camminatrice che portava i bambini sulle sue spalle. Maria e il suo innovativo sistema di trasporto convinsero molti contadini della regione a caricare i loro fardelli floreali sulla schiena e portarli, così, verso la città in maniera più rapida, comoda, sicura e meno dispendiosa.
Ogni anno, uomini donne e bambini portano con molto orgoglio sulla loro schiena una raffigurazione della propria vita, della propria storia, della propria terra e cultura, perché i fiori fanno da sempre parte della loro civiltà.
Questo è lo spettacolo più atteso dai turisti colombiani e stranieri che, al grido “Cuando pasan los silleteros es Antioquia la que pasa”, celebrano la bellissima tradizione contadina simbolo della Colombia dinanzi al mondo.


Le Silletas viste da vicino

  • Una silleta può arrivare a pesare fino a 70 kg, raggiungere un’altezza di 5 metri e uguale diametro.
  • Quelle tradizionali sono realizzate con circa 25 varietà di fiori, ma ne esistono alcune che ne racchiudono quasi più di 70.
  • I fiori utilizzati per la composizione sono: rami di pino, iris, garofani, agapanthus, girasoli, gladioli, dalie pompon, rose e orchidee.
  • In occasioni speciali, sulle silletas è possibile trovare viole del pensiero, bocche di leone e fiori selvatici che per la loro delicatezza richiedono attenzioni speciali.

Ogni anno ad agosto la città di Medellìn fiorisce e con le lei la Festa dei Fiori, che raduna migliaia di persone per celebrare la rinascita della razza, dei suoi costumi e della stessa vita.




Traduzione:  Marcella Bucaria
Lingua: Spagnolo
Fonte: Proexport Colombia
Testo:http://www.colombia.travel/es/turista-internacional/actividad/historia-y-tradicion/ferias-y-fiestas/agosto/feria-de-las-flores-de-medellin