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lunedì 13 maggio 2013

La colonna sonora della tua vita

Quando avevo 20 anni ho lasciato una ragazza per Vicentico, il cantante dei Los Fabulosos CadillacsIn realtà, la colpa è stata sua. La ragazza voleva conoscere i miei hobbies e condividere i miei interessi, così insistette per accompagnarmi al concerto dei Cadillacs. Se avesse conosciuto un po’ di più le mie passioni non avrebbe mai messo piede in quel posto.

I Cadillacs erano famosi, tra le varie cose, per le scoregge in pubblico e per le molestie alle ragazze, come fossero un gruppo di ubriachi di un’osteria e non un affermato gruppo rock. Ai  concerti il divertimento di noi fans consisteva nel dimenarci, spingerci e sputarci fino a formare un vortice umano potenzialmente letale. Oggi non sopravvivrei alla seconda canzone. Ma a quel tempo mi sembrava il massimo.
Copertina del Cd  Vasos Vacíos (1993)
Il concerto in questione fu aperto con V Centenario, un inno alla scoperta dell’America, in cui la frase più gentile recitava “figli bastardi di colonie assassine”. Uno dei miei amici salì sul palco a cantare con Vicentico, che lo restituì al pubblico con una gomitata sulla faccia. Un altro si lanciò dal palco e fu trasportato di mano in mano dalla gente per 20 metri. E io..ero con la mia fidanzata. In ultima fila. Dove nessuno si colpiva. Lei percepiva che io mi sentivo perfettamente a mio agio.Alla quarta canzone non resistetti più e mi lanciai con i miei amici. 
L’ultima volta che vidi quella ragazza fu dall'alto, a pochi metri da terra.
Con il tempo Vicentico intraprese una carriera da solista. E la sua musica iniziò a discostarsi dal rock, dal trash, dallo ska o dal dub per tendere verso il genere più insospettato: la ballata romantica. Il primo segnale d’allarme fu la sua versione di Algo contigo, un bolero de Los Panchos che i fans perdonarono ritenendolo una beffa. Ma gli allarmi si susseguirono uno dietro l’altro. Le sue canzoni si fecero più lente. Il suono di addolcì fino a sfiorare la nuova tendenza. Poi, il massimo sacrilegio: ad un gala di MTV cantò con Ricky Martin. Le urla di “traditore” giunsero da tutta la mia generazione. I miei vecchi amici bruciarono i dischi di Vicentico, rinnegarono la sua musica, si strapparono gli indumenti.

I miei amici, poveri, non si erano accorti che loro stessi, con il passare degli anni, si erano trasformati in impiegati in giacca e cravatta abituati a trascorrere i fine settimana dando la pappa ai loro bambini. Desideravano che Vicentico continuasse ad essere ciò che essi stessi non erano più. Per loro, il primo dovere di un cantante era quello di fargli credere che avrebbero potuto ancora passare la notte a calpestarsi e a spingersi sotto al palco, mentre qui, nel mondo reale, gli cresceva la pancia e gli cadevano i capelli.



L’anno scorso, tuttavia, si sono verificati due eventi significativi:  1) Quattro dei miei amici hanno divorziato, 2) Vicentico ha presentato il suo Cd più kitsch.
Il Vicentico 5  è così smidollato che contiene versioni di Roberto Carlos, di Xura e della canzone più languida degli Abba, The winner takes it all, tradotta in spagnolo da..Pimpinela!

Intanto, i miei vecchi amici, dopo il loro divorzio, si sono accorti d’improvviso che non sarebbero più tornati come prima, che non sono più dei ragazzini, né lo saranno. Credevano che il matrimonio fosse una parentesi fra due adolescenze, ma hanno dovuto riconoscere che il puro sesso, che prima li faceva impazzire, adesso li deprime. Così, sentono la nostalgia dei pranzi in famiglia. E il letto sembra loro più grande e solitario di un campo di calcio.

Ho scoperto che due di loro hanno acquistato Vicentico 5, ma non si azzardano ad ascoltarlo in pubblico. Dopo anni passati ad inveire contro questo “traditore” che canta “musica per signore” adesso non posso ammettere che Vicentico è l’unico cantante che ha creduto in loro e ha osato essere come loro. Tuttavia, da soli, in macchina o nei loro silenziosi appartamenti da scapoli, ascoltano Creo que me enamoré.

In un primo momento avevo pensato di ridicolizzarli davanti agli altri nostri amici, ma dopo averci pensato un pò ho preferito mantenere il segreto.


Traduzione: Marcella Bucaria
Autore: Santiago Roncagliolo 
Fonte: El País Semanal
Lingua: Spagnolo 

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