Il
movimento incompiuto, l’asimmetria, il simbolismo e le curve capricciose presenti nelle opere di Miguel Martino rivelano una parte del consueto dialogo che
si realizza tra lo scultore e il legno. “E’
permesso toccare” è la premessa dell'artista argentino per visitare la sua mostra al Centro Cultural de España, “Legna recuperata, assemblata
e intagliata”.
A
volte qualcuno lo informa di un albero caduto, altre è lui stesso ad andare alla
ricerca di tronchi di legno. Durante questa ricerca Miguel Martino non permette
che venga toccato nessun albero in vita: il suo dialogo si instaura soltanto
con alberi la cui vita è stata interrotta, tronchi che hanno storie da
condividere e che lui vuole omaggiare attraverso la scultura, l’assemblaggio e
l’incisione.
“Recupero la legna da due
attività: i panifici e le fabbriche di mattoni. Lì si brucia la legna migliore
del paese, utilizzata come combustibile perché dura. E’ un tipo di legna che
nessuno è interessato ad impiegare perché non permette di ricavare delle tavole
rette, ha una forma molto bizzarra. Con il legno non è facile fare ciò che si
vuole, è lui a dettare le regole; esiste un dialogo con la materia che è una
relazione di amore e odio” dice lo scultore argentino residente a
Suchitoto.
Per il legno ha abbandonato la pittura e il disegno. Questa relazione scultore-legno che in un primo momento consisteva nell'intagliare un solo pezzo, successivamente ha portato l’artista a scoprire che questo materiale, oltre alla creazione di forme scultoree, permetteva di comporre strutture complesse. Da ciò il nome di "tecnica di legna assemblata e tagliata".
Per il legno ha abbandonato la pittura e il disegno. Questa relazione scultore-legno che in un primo momento consisteva nell'intagliare un solo pezzo, successivamente ha portato l’artista a scoprire che questo materiale, oltre alla creazione di forme scultoree, permetteva di comporre strutture complesse. Da ciò il nome di "tecnica di legna assemblata e tagliata".
“Nello
specifico, è un materiale che ha una struttura, una temperatura e diverse
tecniche di levigazione; ha una sua fragranza. E’ una materia viva, che mai
perisce, ma che si trasforma continuamente. Emergono le spaccature causate dai mutamenti
climatici, cambiano i colori e la relazione uomo-scultura diventa un processo
concreto. La si tocca come un oggetto qualsiasi e la relazione si fa spaziale”, sottolinea.
Nelle
opere esposte al Centro Cultural de
España spicca il movimento e la disarmonia: “Una volta che inizio
l’assemblaggio non esiste un modo lineare per dare seguito al processo
creativo, rispetto soltanto ciò che viene fuori.
La prima fase consiste nel predisporre la struttura, che è il punto in cui si concentrano l’equilibrio, il volume e la massa, affinché non crolli l’opera. Gioco molto con questo squilibrio che dà la sensazione che tutto stia per cadere, ma non cade.”
La prima fase consiste nel predisporre la struttura, che è il punto in cui si concentrano l’equilibrio, il volume e la massa, affinché non crolli l’opera. Gioco molto con questo squilibrio che dà la sensazione che tutto stia per cadere, ma non cade.”
Dopo
aver predisposto la struttura Martino inizia la fase dell’intaglio. “Con le
opere ci troviamo di fronte a due realtà, quella interna e quella esterna.
Questa ambivalenza è una costante del mio lavoro perché si tratta di un
principio di natura: la vita e la morte, la materia e lo spazio, il cielo e la
terra, il materiale e l’etereo.”
Spiega che
prima le sue opere erano più figurative, mentre adesso le sue composizioni si
caratterizzano per il simbolismo e la sintesi, senza arrivare all'astrattismo. “Gioco
con l’essenza della forma, i muscoli, le vene, i gangli, le estremità, le mani,
le parti del viso o delle gambe; gioco con il significato primario delle forme all'origine di tutte le forme dell’universo, che prendono il via dal cerchio, dal quadrato e dal triangolo, dalla sfera,
dalla piramide e dal cubo.”
La natura e l’essere umano sono le due grandi tematiche che Martino affronta nel suo lavoro, che ha forme prevalentemente sferiche. Per lui la sfera rappresenta l’inizio, il punto focale, il nucleo. “Queste forme hanno a che vedere con il seme, con l’uovo, con la gravidanza, con la vita. E’ la curva, è il movimento femminile carezzevole ciò che emerge dalla natura.
La natura e l’essere umano sono le due grandi tematiche che Martino affronta nel suo lavoro, che ha forme prevalentemente sferiche. Per lui la sfera rappresenta l’inizio, il punto focale, il nucleo. “Queste forme hanno a che vedere con il seme, con l’uovo, con la gravidanza, con la vita. E’ la curva, è il movimento femminile carezzevole ciò che emerge dalla natura.
Riconosce
la sua opera come parte del Neoumanesimo, che individua la capacità di dar forma alle alterazioni psichiche attraverso le alterazioni fisiche. “Questa definizione
ha molto a che vedere con i miei lavori: ciascuno di essi ha una sua
espressività, ha una relazione con il divenire, con ciò che ho vissuto. Per questo preferisco
lavorare in modo catartico: non pianifico ciò che faccio perché rispetto il
processo creativo che va nascendo.”
Traduzione: Marcella Bucaria
Autore: Rosarlin Hernández
Autore: Rosarlin Hernández
Lingua: Spagnolo
Fonte: El Faro
Testo: http://archivo.elfaro.net/secciones/el_agora/20070305/ElAgora2_20070305.asp
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